UN PO' DI STORIA
Il Messerschmitt Bf.109 fu ideato e progettato dall'ingegnere Willy Messerschmitt, direttore tecnico della Bayerische Flugzeugwerke, da cui deriva appunto la sigla Bf. Questa società, fondata nel 1926, cambiò più volte, nel corso degli anni, la sua denominazione, diventando nel 1938 la Messerschmitt A.G. Questo velivolo fu progettato nel 1934, quando il Ministero dell'Aereonautica di Hitler bandì un concorso per la realizzazione di un caccia monoplano di concezione moderna in grado di utilizzare uno dei motori progettati, in quel periodo, dalla Daimler Benz e dalla Junkers. Il primo prototipo, denominato V1, da "Versuch": "ricerca", si alzò in volo nel settembre nel 1935. Inizialmente questo prototipo venne dotato di un motore Rolls Royce, ma successivamente altri due prototipi furono dotati di motori Junkers “Jumo”. Dal novembre del 1936 si giunse alla realizzazione della prima serie vera e propria: la B. Con motori Jumo 210D, il Bf 109B raggiunse una velocità di 465 Km/h a 4 mila metri di altezza; una velocità molto superiore a quella dei biplani da caccia ancora in servizio nella Luftwaffe, in quell'epoca. Nonostante la nascita dei primi velivoli di serie, la ricerca e lo sviluppo del Bf 109 continuò.
Per la prima volta sui V10 venne montato un motore Daimler Benz DB 600, che consentì ai progettisti di modificare il muso del velivolo rendendolo più affusolato. Nel 1937 il Bf 109 venne presentato al meeting aeronautico di Zurigo dove ottenne un notevole successo. Ancora nel 1937 il 109, un V13 dotato di DB 601 speciale da 1650 CV, raggiunse i 611 Km/h , record di velocità per aerei terrestri. Nel 1938 esordì la versone C e successivamente, dopo il breve interludio della versione D, apparve il Bf 109 E, equipaggiato con DB 601 normale. Il motore erogava normalmente 775 CV ma poteva toccare punte di 1000 CV consentendo al velivolo di raggiungere i 560 Km/h a 4 mila metri di altezza. Successivamente un approfondito studio aerodinamico sfociò nella primavera del 1940, nella nascita della serie F. Questa versione, munita di un motore DB 601 N da 1200 CV, venne ridisegnata nel muso e nei piani di coda. L'apertura alare fu aumentata con un arrotondamento della estremità e il ruotino di coda divenne retrattile. Il Bf.109F fu probabilmente la versione migliore del caccia tedesco, con la sua ottima maneggevolezza e grande velocità ( 625 km/h a 6000 m ) . Anche questa serie, operativa dal novembre del '40, ebbe numerosi sottotipi. L'armamento normale consisteva in due MG 17 in fusoliera e in un cannoncino MG 151 da 20 mm nel motore. Una sottoversione, studiata per l'attacco ai bombardieri nemici, aveva anche due MG 151 montati in gondole appese sotto le ali. Nel 1941 si cercò di migliorare ancora il Bf.109 dotandolo di un motore ancora più potente, un DB 605 da 1475 cavalli. Ma questa ed altre nuove dotazioni appesantirono il velivolo e non portarono a particolari miglioramenti delle prestazioni. Ciononostante questa nuova versione, la G , fu quella prodotta nel maggior numero di esemplari, oltre quindicimila. L'armamento standard era inizialmente quello della serie F, ma dalla versione G5 le due MG17 in fusoliera furono sostituite da due MG131 da 13 mm. Altri sottotipi avevano cannoncini e/o lanciarazzi alari, serbatoi o bombe; alcune varianti ebbero il piano di coda verticale notevolmente ridisegnato ed altre modifiche nella progettazione della cabina, che divenne pressurizzata. Le ultime versioni create, ormai quasi a guerra finita, furono la H e la K. La prima era abilitata alla ripresa fotografica da altissima quota ed aveva la superficie alare molto aumentata. Mentre della versione K, più simile alla precedente G, furono costruiti veramente pochi esemplari. Si può calcolare che l'industria aeronautica tedesca produsse durante la guerra circa 35mila Bf109, un numero altissimo di velivoli, numero che continuò ad aumentare anche dopo la fine delle ostilità, in quanto questo aereo in Spagna e Cecoslovacchia fu costruito, con altre motorizzazioni, fino agli anni '50.
IL MODELLO

Su questa scatola in particolare credo ci sia veramente ben poco da dire. E' presente ormai da qualche tempo sul mercato e quindi molto conosciuta dagli appassionati. Ho scelto di dettagliare il modello, e per questo ho utilizzato l'ottimo set 4120 dell' AIRES. Questi è costituito da 40 stampate in resina finemente definite che consentono di intervenire in particolare sul motore e l'abitacolo del velivolo. Ho iniziato la costruzione asportando la parte anteriore della fusoliera. Questa sezione, tranne una sottile sezione subito davanti al cruscotto, verrà infatti totalmente sostituita dal set di dettaglio con una cofanatura in resina che, lasciata aperta renderà completamente visibile lo splendido motore Daimer-Benz 605A. Successivamente ho iniziato il dettaglio dell'abitacolo vero e proprio.
L'ABITACOLO

L'originale Hasegawa è composto principalmente di tre parti: le due paratie laterali e la porzione centrale del posto di guida. I pezzi sono dotati di un discreto dettaglio ma certo nulla in confronto a quanto si può raggiungere utilizzando gli analoghi AIRES. La precisione ed il livello di dettaglio raggiunto dalle stampate in resina è veramente notevole; confrontandole con foto originali si possono identificare pressoché tutti i particolari presenti nell'abitacolo del vero 109. La precisione di assemblaggio è buona e gli interventi manuali ridotti veramente al minimo. Dopo aver aggiunto alcuni particolari, come il ruotino per la regolazione dei flaps, la cloche, alcune leve, e le pedaliere, l'abitacolo è pronto per la verniciatura. Per questa fase ho utilizzato l'H416 della Gunze che fornisce un'ottima corrispondenza con il classico RLM66 con il quale erano verniciati gli abitacoli dei velivoli tedeschi durante la seconda guerra mondiale: un grigio molto scuro che aveva nella realtà lo scopo di smorzare eventuali riflessi fastidiosi per il pilota. Una volta asciugato bene il colore sono passato a verniciare i particolari dei vari leveraggi, di alcuni quadri comandi laterali e dei vari cavi che affollano l'abitacolo.
  Lo schema mimetico fornito dal kit originale e relativo al velivolo dell'Oblt. Alfred Grislawski
L'INVECCHIAMENTO DELL'ABITACOLO

Per invecchiare l'abitacolo ho utilizzato una tecnica che ho sperimentato in precedenza e che, secondo il mio parere, dà dei buoni risultati. Normalmente prima di iniziare questa fase di rifinitura si passa sull'abitacolo una mano di vernice trasparente lucida. Alcuni ad esempio utilizzano la "Future". Successivamente si inizia a passare a pennello del colore ad olio molto diluito. Questo scivolando per capillarità si deposita nelle depressioni, dando all'insieme un senso di profondità notevole. Io per gli interni ho modificato questa tecnica. In particolare non applico la vernice lucida, ma passo direttamente alla fase successiva dei "lavaggi" ad olio, neppure troppo diluiti. Gli eccessi di olio sono eliminati con normali cotton-fioc. In questo modo l'abitacolo assume un senso di profondità e di "vissuto" che per me, ripeto, dovrebbe corrispondere maggiormente alle condizioni in cui dovevano venirsi a trovare i velivoli operativi durante la seconda Guerra Mondiale. Successivamente, una volta asciugato bene il tutto, ho lumeggiato le parti più esposte dell'abitacolo con la classica tecnica del pennello a secco. In questo caso ho utilizzato un alluminio acrilico Tamiya . Nelle due immagini qui a sinistra si possono vedere i risultati dell'invecchiamento dell'abitacolo. Il tutto ha un aspetto molto vissuto, quasi sporco.
n grigio è rappresentata la porzione originale del Kit Hasegawa che deve essere rimossa. Attenzione a non rimuovere la sottile striscetta subito davanti al vetrino anteriore, altrimenti la dovrete ricostruire!
Fiancata destra della fusoliera: notare la rimozione della porzione anteriore del kit originale e l'aggiunta del set di dettaglio per questa zona.
Visione d'insieme della vasca abitacolo completata
LA FUSOLIERA

Una volta che l'abitacolo è stato montato e debitamente invecchiato si possono unire le due metà della fusoliera facendo attenzione a rispettare le simmetrie della varie sezioni. Questa operazione non crea alcun problema, le due metà coincidono perfettamente e non c'è bisogno di stuccare alcuna fessura. Successivamente ho assemblato le ali, facendo attenzione a collocare esattamente i due radiatori dell'olio forniti con il set in resina dell'Aires. Anche questa operazione è esente da problemi: i pezzi combaciano perfettamente e l'uso di stucco è minimo. Durante l'incollaggio delle due semifusoliere, naturalmente bisogna collocare in posizione la paratia di separazione tra l'abitacolo ed il vano motore. Questo pezzo, fornito dal kit AIRES fornisce il dettaglio sia per le culatte delle due mitragliatrici che di tutti gli attacchi per il castello motore. La collocazione di questo pezzo non presenta grossi inconvenienti una volta che la plastica del kit originale è stata assottigliata per raggiungere le normali proporzioni di scala. A questo punto del montaggio sono stati aggiunti anche alcuni particolari come ad esempio il portellino del vano che si trova alle spalle del pilota, con relativa maniglia, i meccanismi di apertura degli slat alari e tutta la centinatura del vano carrello con relativa copertura; il tutto autocostruito con plasticard e filo di rame. Successivamente sono passato alla verniciatura del modello. Per la scelta dello schema mimetico ho seguito le istruzioni fornite con il kit originale scegliendo il velivolo del J.Gr 50 pilotato dall'Oblt. Alfred Grislawski. Ho iniziato aerografando la fusoliera a la parte inferiore del modello in RLM 76 (Gunze H417). Successivamente ho aerografato l'RLM 75 (Gunze H69) sulla porzione superiore delle ali e sul dorso della fusoliera, in questo caso aiutandomi con delle mascherature volanti. Quindi ho dato l'RLM 74 (Gunze H68) sul dorso delle ali e su quello della fusoliera seguendo lo schema mimetico fornito dal kit per questo velivolo. A tale scopo, per le ali, ho utilizzato del nastro Tamia sagomato opportunatamente come mascheratura. La coda è stata colorata in bianco Gunze (H 11), mentre le macchiettature laterali della fusoliera sono state aerografate a mano libera utilizzando ancora RLM 74-75.
Prime fasi della composizione dello schema mimetico de velivolo.  

IL MOTORE

Veniamo ora al pezzo forte del set di dettaglio AIRES. Si tratta dello splendido Daimler-Benz 605A, corredato di tutti i particolari che rendono possibile il montaggio della parte anteriore del modello completamente "a vista". Il dettaglio dello stampo in resina è ottimo ed anche il suo inserimento nella fusoliera originale del kit non richiede un lavoro eccessivo. Unica attenzione, naturalmente, deve essere fatta nell'allineare perfettamente il complesso motore-fusoliera. Una volta inserito il motore sono passato a dettagliare il tutto nel tentativo di ricreare la complessa tubatura che circondava nella realtà il propulsore. A tale scopo, una volta studiate a fondo le fotografie originali del DB 605, ho utilizzato tutta una serie di materiali di riciclo ed in particolare le guaine che normalmente ricoprono i fili del telefono, fili di stagno e rame di vari diamentro. Piccoli frammenti di sprue filato a caldo sagomati ad hoc.
Nelle immagini qui a destra è possibile vedere il risultato quasi definitivo del lavoro di ulteriore dettaglio sviluppato sul DB605A già inserito nella fusoliera e parzialmente verniciato. Come si può notare sono stati utilizzati fili di rame, di stagno e guaine di plastica per ricreare i vari manicotti che circondavano le numerose tubazioni del propulsore. Si può anche notare il lavoro di dettaglio che è stato eseguito sul cofano motore inferiore, ed in particolare su sistema di tubazioni del radiatore olio. A questo punto possiamo finalmente dire di essere quasi alla fine della nostra fatica. Siamo agli ultimi ritocchi.
  Il motore AIRES inserito nella fusoliera e opportunatamente dettagliato
Ancora una immagine del motore terminato e del cofano del radiatore olio. Anche in questo caso tutto l'interno è stato dettagliato con materiale di riciclo
CONCLUSIONI

Una volta che il dettaglio e la verniciatura del motore è stata effettuata e le decals applicate. sono passato agli ultimi particolari. Io personalmente amo gli aerei molto sporchi, come del resto credo che nella realtà fossero i velivoli operativi, quindi ho applicato su tutto il modello della terra d'ombra naturale ad olio. Successivamente ho rimosso con un panno morbido l'eccesso di colore modulando questa operazione in modo di lasciare piccole quantità di colore nelle fessure delle pannellature e nelle depressioni in generale. Questa tecnica ha conferito al modello una maggiore profondità e mi ha permesso di ricreare le colature di sporco e olio che caratterizzavano in particolare la zona motore di questo velivolo. Finalmente ho applicato le cofanature del vano motore, ricreato con sprue filato le astine che le sorreggeveno in posizione aperta e il filo dell'antenna, ho incollato il tettuccio ed applicato, con un pennellino, della polvere di gessetto di colore scuro nelle zone che, secondo me, dovevano essere nella realtà maggiormente "sporche". Ci siamo, il modello è finito. E' stato un duro lavoro, in particolare per me che sono al secondo modello, ma ne è valsa sicuramete la pena. Il kit dell'Hasegawa è sicuramente ben fatto e accurato. Il set di dettaglio dell'AIRES poi mi ha entusiasmato per precisione e facilità di assemblaggio; quindi, in definitiva un modello che consiglio a tutti coloro che vogliono affrontare un progetto impegnativo ma di sicuro effetto. Buon modellismo!